Quest’oggi ci occupiamo di un
argomento che sembra scostarsi un po’ dai miei scopi e dalle questioni
solitamente trattate, ma che in realtà mi affascina molto, e che risulta in
realtà vicino alla storia e alla tecnologia. Parliamo dei miti nel mondo
antico.
La mitologia per l’uomo era
strumento eccelso per dare spiegazioni valide a fenomeni non spiegati
scientificamente, ci occupiamo qui di alcuni dei miti più inerenti la
tecnologia e la sua nascita.
La tecnologia ha sempre avuto un
ruolo rilevante, basti pensare ad Efesto, il fabbro degli dei, a cui vengono
attribuite le più stupefacenti invenzioni mitologiche, quali la folgore di Zeus
e l’arco di Apollo.
Molto conosciuto è il
mito di Dedalo e Icaro. Dedalo, nato ad Atene, era
re della città. Si dedicò alla scultura e all'architettura; a lui sono
attribuite le invenzioni dell'ascia, la sega, il trapano, il passo della vite,
l'archipenzolo. E' stato maestro di suo nipote Talo, figlio di una sua sorella, che uccise per gelosia quando
Talo superò il maestro nella sua arte. L'Areopago, il tribunale, lo condannò
all'esilio perpetuo; Dedalo si rufugiò a Creta dove fu accolto benevolmente dal
re Minosse che gli commissionò il Labirinto per rinchiudere il Minotauro. A
Dedalo, si rivolse Arianna, la figlia di Minosse, per sapere come aiutare Teseo
a uccidere il Minotauro e uscire dal Labirinto, e come sappiamo il consiglio
del filo riuscì a far trionfare Teseo nell'impresa. Quando Minosse venne a
sapere che ad aiutare sua figlia e Teseo fu Dedalo, e non potendo prendersela
con la figlia fuggita insieme all'eroe, pensò di punire Dedalo, rinchiudendolo
insieme al figlio, Icaro, nel Labirinto,
che egli stesso aveva progettato. L'unico modo per uscire dal Labirinto era
evadere volando; ingegnoso come era, Dedalo costruì due paia di ali, uno per sè
e l'altro per il figlio. Si raccomandò con Icaro di restargli sempre dietro
durante il volo, di non strafare e soprattutto di stare attento a non
avvicinarsi troppo ai raggi del sole perchè, le ali, attaccate alle spalle con
della cera, potevano staccarsi in quanto il calore avrebbe sciolto la cera. Come
non detto, Icaro durante il volo, provando piacere si allontanò dal padre e
raggiunse i raggi del sole che sciolsero la cera e lo fecero precipitare nel
mare, dove morì. Dedalo triste e desolato, atterrò in Campania a Cuma, dove
costruì un tempio al dio Apollo, consegnando le ali che aveva inventato per
evadere dal Labirinto di Creta.
Interessante risulta essere il mito
di Prometeo.
Prometeo, aveva la virtù di
prevedere il futuro, quando i Titani sfidarono Zeus e vennero da lui
imprigionati nel Tartaro, preferì schierarsi dalla parte di Zeus, inducendo
Epimeteo a seguire il suo esempio. In verità, Prometeo era il più intelligente
della sua razza; aveva assistito alla nascita di Atena dalla testa di Zeus e la
dea stessa gli insegnò l'architettura, l'astronomia, la medicina, l'arte di
lavorare i metalli, l'arte della navigazione e altre utilissime, che egli poi a
sua volta insegnò ai mortali. Ma Zeus, che aveva deciso di distruggere l'intero
genero umano, ed era stato distolto da tale proposito soltanto dall'intervento
di Prometeo, si irritò nel vedere gli uomini divenire sempre più esperti e
potenti. Nel primo scontro con Zeus Prometeo imbandì un vitello di cui aveva
fatto due parti: da un lato le carni celate sotto il ventre dell'animale,
dall'altro le ossa, ravvolte nel morbido grasso. Poi, disse a Zeus di scegliere
la sua parte; l'altra doveva andare agli uomini. Zeus, ingannato
dall'apparenza, scelse la sacca con il grasso, e, quando scoprì che nascondeva
soltanto ossa, divenne furente contro Prometeo e contro i mortali che erano
stati favoriti da quell'inganno. Così punì l'oltraggio strappando agli uomini
il fuoco, ma Prometeo li soccorse di nuovo sottraendo semi di fuoco al carro del
Sole e portandoli sulla terra. Dopo quest’atto, oltraggioso nei confronti degli
dei, Prometeo fu incatenato a una rupe della Scizia, dove un'aquila gli rodeva
il fegato che sempre si rinnovava nella notte. Solo più tardi Eracle uccise
l'aquila e liberò Prometeo; ma Zeus ingiunse a Prometeo di portare, a perenne
ricordo della sua prigionia, un anello delle sue catene, dove fosse incastonato
un pezzetto della roccia alla quale era legato.
Prometeo era venerato nell'Attica come dio delle arti.
Quest’oggi ci occupiamo di un
argomento che sembra scostarsi un po’ dai miei scopi e dalle questioni
solitamente trattate, ma che in realtà mi affascina molto, e che risulta in
realtà vicino alla storia e alla tecnologia. Parliamo dei miti nel mondo
antico.
La mitologia per l’uomo era strumento eccelso per dare spiegazioni valide a fenomeni non spiegati scientificamente, ci occupiamo qui di alcuni dei miti più inerenti la tecnologia e la sua nascita.
La tecnologia ha sempre avuto un
ruolo rilevante, basti pensare ad Efesto, il fabbro degli dei, a cui vengono
attribuite le più stupefacenti invenzioni mitologiche, quali la folgore di Zeus
e l’arco di Apollo.
Interessante risulta essere il mito
di Prometeo.
Prometeo, aveva la virtù di
prevedere il futuro, quando i Titani sfidarono Zeus e vennero da lui
imprigionati nel Tartaro, preferì schierarsi dalla parte di Zeus, inducendo
Epimeteo a seguire il suo esempio. In verità, Prometeo era il più intelligente
della sua razza; aveva assistito alla nascita di Atena dalla testa di Zeus e la
dea stessa gli insegnò l'architettura, l'astronomia, la medicina, l'arte di
lavorare i metalli, l'arte della navigazione e altre utilissime, che egli poi a
sua volta insegnò ai mortali. Ma Zeus, che aveva deciso di distruggere l'intero
genero umano, ed era stato distolto da tale proposito soltanto dall'intervento
di Prometeo, si irritò nel vedere gli uomini divenire sempre più esperti e
potenti. Nel primo scontro con Zeus Prometeo imbandì un vitello di cui aveva
fatto due parti: da un lato le carni celate sotto il ventre dell'animale,
dall'altro le ossa, ravvolte nel morbido grasso. Poi, disse a Zeus di scegliere
la sua parte; l'altra doveva andare agli uomini. Zeus, ingannato
dall'apparenza, scelse la sacca con il grasso, e, quando scoprì che nascondeva
soltanto ossa, divenne furente contro Prometeo e contro i mortali che erano
stati favoriti da quell'inganno. Così punì l'oltraggio strappando agli uomini
il fuoco, ma Prometeo li soccorse di nuovo sottraendo semi di fuoco al carro del
Sole e portandoli sulla terra. Dopo quest’atto, oltraggioso nei confronti degli
dei, Prometeo fu incatenato a una rupe della Scizia, dove un'aquila gli rodeva
il fegato che sempre si rinnovava nella notte. Solo più tardi Eracle uccise
l'aquila e liberò Prometeo; ma Zeus ingiunse a Prometeo di portare, a perenne
ricordo della sua prigionia, un anello delle sue catene, dove fosse incastonato
un pezzetto della roccia alla quale era legato.
Prometeo era venerato nell'Attica come dio delle arti.
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